OUVERTURE
Che materia strana, la musica.
Non ha una forma, non si può toccare ne vedere.
Esiste solo se qualcuno la suona; poi, il nulla.
Tutti ne parlano ma nessuno riesce a definirla.
Eppure la musica ha sempre fatto parte della vita di tutti i popoli del mondo, anche se è stata vissuta in modi profondamente diversi; basta pensare a quanto sono diversi i suoni delle lingue. Pensa alla parola “mare”: in Italiano inizia con la “M” di “Mamma” e di “Mangiare”, in inglese con la “S” sibilante che ricorda lo sciabordio sulla spiaggia, in giapponese con la vocale profonda e viscerale “U”.
Non è necessario essere musicisti per sentire queste differenze; tuttavia, conoscere il linguaggio musicale ci aiuta a descriverne i dettagli, proprio come uno spartito descrive i particolari del brano che ascoltiamo tutti. Conoscere la musica vuol dire proprio questo: imparare a districarsi nel grande flusso di informazioni presenti in ogni brano.
Mentre un neofita vede questa massa informe di simboli:
un musicista vede questo:
Non che ora si capisca tutto, ma i colori riescono a darci un’idea di ordine, per leggere lo spartito come fosse una mappa.
E poi è decisamente più allegro e questo è il centro della questione. Ogni forma d’arte esiste per creare emozioni: un quadro che rilassa alla fine di una giornata pesante, una musica che rallegra durante un lavoro noioso, una commedia che aiuta a riflettere. Un cuoco può descrivere la procedura per riprodurre bene un piatto, ma ciò che davvero conta è la nostra esperienza con quel piatto. L’arte va quindi vissuta, perché il suo senso è sentire l’emozione che l’autore ha voluto creare.
Questo piccolo lavoro nasce proprio con lo scopo di sentire le stesse emozioni che ha vissuto Beethoven mentre creava questo brano.
La cosa non è certo facile come trovare lo spigolo del letto con il mignolo del piede, ma non è nemmeno così complicato come trovare il bosone di Higgs o svelare “l’altro più grande mistero dell’universo: le donne” (cit.). Quindi, se ti sei mai trovato nella situazione di dover capire cosa passa nella testa di una donna (se sei una donna leggi: “di un’altra donna”), hai affrontato uno sforzo molto più grande di quello che sto per chiederti.
Iniziamo dunque, con ottimismo.
ATTO PRIMO
Quando devo prendere in mano un “aggeggio” sconosciuto, mi è sempre utile rigirarmelo fra le mani, anche se non ho idea di cosa sia; mi aiuta a creare un primo legame e a capire meglio le istruzioni.
Proviamo a fare lo stesso con questo spartito, prima di entrare nei dettagli. Entriamoci come farebbe un musicista: con gli occhi e le orecchie.
Ascoltiamolo più volte per entrare nell’atmosfera del brano; per chi non è pratico, è un buon esercizio per imparare ad abbinare suoni e note.