Chi si somiglia si piglia, si dice molto spesso. Vuoi vedere che è veramente così!? È stata appena pubblicata una ricerca che attraverso l’analisi del Dna di un milione e mezzo di persone ha portato a concludere che il Dna delle persone amiche tende a somigliarsi. Non so se sia assolutamente vero, ma certo è verosimile e non inatteso. Perché?
La somiglianza tra partner
Sappiamo da decenni, dai tempi in cui ancora non esistevano tutte le diavolerie di oggi per analizzare il Dna delle diverse persone, che i due membri di una coppia tendono a condividere il grado di cultura e d’intelligenza. Non fu allora e non è oggi una grossa sorpresa. In una coppia bisogna parlare e scambiare continuamente punti di vista e idee; e per farlo, il possesso di uno stesso grado di cultura e d’intelligenza certamente aiuta. Le coppie evanescenti e destinate a dissolversi tendono a essere quelle nelle quali si parla poco e di cose poco importanti. Comunque sia, questo fatto è più che assodato e figura in ogni manuale di biologia umana, quella scienza che studia appunto le caratteristiche biologiche di noi umani.
Se diamo per scontato questo fatto, occorre chiedersi dove è riposta la predisposizione alla cultura e all’intelligenza. Anche se si tratta di fenomeni che hanno, ovviamente, una grossa componente culturale e sociale, non c’è dubbio che anche i geni ci mettano lo zampino, assicurando una potenzialità intellettuale, un certo grado di memoria e, perché no?, anche una certa propensione a informarsi e a far tesoro delle informazioni acquisite. Insomma, certamente, i due partner di una coppia che funziona hanno una certa somiglianza genetica.
Le affinità elettive
Se ora ci viene detto che anche le coppie di amici mostrano una certa somiglianza genetica, non è il caso di sorprendersi. Essere amici vuol dire parlarsi, condividere interessi e passioni, ed essere in grado di discuterne. Una coppia di amici è un calco significativo di una coppia di amanti, anche se spesso il grado di coinvolgimento affettivo è minore, almeno a certe età. Non a caso si è parlato in passato di «affinità elettive». Appare chiaro quindi che una certa somiglianza genetica può aiutare, anche se difficilmente sarà un fattore discriminante di valore assoluto. Avere una struttura genetica portante non troppo dissimile appare quindi un fattore predisponente, anche se ha senso chiedersi: «Di tutti i geni che possediamo quali si somigliano di più nelle coppie di amici?».
I geni migliori
Ma prima viene spontanea un’altra domanda: «Come ci si accorge di chi ha i geni simili a noi?». Si tratta di una domanda semplice. Non sono i geni quelli di cui ci si può accorgere, ma la loro estrinsecazione, cioè il loro contributo al comportamento e all’atteggiamento complessivo. E questi sì possono essere rilevati, anche se quasi mai consapevolmente. Con certe persone ci si trova meglio che con altre, e quasi sempre non si sa dire perché. Ma questo succede invariabilmente fino dalla prima età: gli amici si scelgono reciprocamente, anche se la vita può poi portare a disillusioni e «tradimenti», proprio come nelle faccende di cuore.
Quali geni contano di più in questa giostra di personalità? Sarei molto curioso di saperlo, ma già ci viene detto che i geni in questione sono tra quelli che sembrano evolvere più velocemente nella storia della nostra specie. Prospettiva bellissima e affascinante. Noi evolviamo, cioè miglioriamo continuamente il nostro modo di affrontare ed eventualmente modificare l’ambiente in cui viviamo, ottimizzando le nostre relazioni personali e la nostra interdipendenza. Insieme per un mondo migliore, verrebbe fatto di dire, «se non facessimo brutti sogni» come dice l’Amleto di William Shakespeare. Da dove vengono i brutti sogni – intolleranza, insensibilità, conflittualità e aperta ostilità? Dalla bestia che ancora alberga in noi.
Edoardo Boncinelli
http://www.corriere.it/scienze/14_luglio_15/genetica-dell-amicizia-scegliamo-chi-simile-noi-5ee5846c-0be3-11e4-b3f9-5ee5846c-0be3-11e4-b3f9-bc051e012a1f.shtml
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