Webber ci propone la più triste delle scene: qualcuno travolto da un presente tragico che rifiuta la realtà per rifugiarsi nei ricordi felici. Il musical è un succedersi di personaggi allegri e straordinari, fino all’arrivo di qualcuna che, anziana, si trascina solitaria sul palco abbandonandosi ai ricordi di gioventù.
Già a raccontarla così ci si può immaginare la scena straziante. Ma non basta, ad accompagnare il personaggio c’è una musica dolce e lenta ma cantata in modo forte e deciso.
Webber ci abbraccia con una melodia che sale e scende; come una culla che dondola e abbraccia dando calore e sicurezza. Anche il pianoforte arpeggia, insieme ad un leggero flauto, amplificando questo senso di dondolio cullante.
Il canto di ogni frase termina con note lunghe, indicando la paura del silenzio e il bisogno di colmare ogni vuoto. Anche dove la voce tace il silenzio viene riempito con un crescendo degli strumenti.
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