ABSTRACT
Nel luglio del 2014 si è dato inizio ad un percorso di ricerca volto a verificare le capacità del suono di modificare i parametri vitali di soggetti in Stato Vegetativo.
Dopo sei mesi di proposte musicali, sonore e vibrazionali, l’equipe ha costatato che tutti i soggetti coinvolti hanno presentato una variazione dei parametri osservati, con un dato medio del 30% e una differenza delle risposte individuali che va dallo 0% al 87,5%. Ogni paziente ha reagito in modo diverso sia rispetto agli altri pazienti che rispetto allo stimolo proposto, dimostrando che un percorso efficace necessita di una ricerca individualizzata. Tuttavia, ogni paziente ha incrementato i risultati con il susseguirsi delle sedute, a conferma dell’efficacia di un percorso costante e duraturo.
PREMESSA
Le numerose pubblicazioni sulla capacità del suono di influire sul benessere psicofisico (1) hanno convinto un gruppo di professionisti dell’Istituto RSA Ovidio Cerruti di Capriate a formare un’equipe con lo scopo di raccogliere dati al riguardo.
L’equipe è nata nel giugno del 2014, grazie al responsabile medico del nucleo per gli stati vegetativi, che ha coordinato il progetto; la partecipazione di un musicoterapista, che ha proposto il progetto ed effettuato le sedute; il contributo di una fisioterapista, una psicologa e un educatore, che hanno definito i parametri del progetto. Importante è stata anche la collaborazione con un compositore esperto in musica vibrazionale.
Il percorso si è sviluppato da luglio 2014 a gennaio 2015 con l’unico obiettivo di proporre stimoli sonori e vibrazionali a soggetti ricoverati nel reparto per gli Stati Vegetativi e monitorarne i risultati.
I DETTAGLI DEL PROGETTO
Dopo aver ottenuto i permessi necessari, l’equipe ha scelto 6 pazienti a cui proporre il percorso e ha definito le modalità pratiche di ogni seduta: ha deciso di effettuare sedute individuali, a cadenza settimanale, di durata variabile da 15 a 30 minuti; di osservare quei parametri del sistema neuro-vegetativo più facili da monitorare e con la minore invasività possibile; di rilevare i dati per due minuti prima e dopo l’intervento; di sottoporre tutti i soggetti agli stessi stimoli; di fissare una prima valutazione a tre mesi e una conclusiva al termine dei sei mesi prefissati.
Ecco la scheda di valutazione.
Nome Paziente | ||
DATA | Sequenza proposta | Il paziente viene lasciato nella posizione in cui si trova al momento dell’intervento. |
INTERVENTO | ||
POSIZIONE | Letto – Sedia | |
RESPIRO | ||
RIEMPIMENTO POLMONI | Alto – Completo – Basso | La capacità di riempire i polmoni in modo completo o nella sola parte alta o bassa. |
INTENSITA’ | Leggero – Medio – Profondo | Se il respiro è leggero o profondo. |
FREQUENZA | N° Secondi | I secondi impiegati per una sequenza completa del respiro. |
REGOLARITA’ | Si – No | Se la sequenza del respiro si ripete in modo invariato per 5 volte consecutive. |
APNEA | Si – No | Se la sequenza comprende una fase di apnea. |
PARTICOLARITA’ DEL RESPIRO | Se difficoltoso, affannato o con cicli particolari. | |
OCCHI | Aperti – Chiusi | Se il paziente ha gli occhi aperti o chiusi. |
STEREOTIPIE | Movimenti continui. | |
ALTRO | Note particolari. |
Si è scelto di assegnare 1 punto ad ogni variazione osservata per ognuno degli 8 parametri. Per non appesantire la ricerca di troppi dati, non sono state conteggiate le diverse intensità delle singole variazioni e quelle di breve durata.
Durante ogni intervento si è cercato di evitare ogni variabile visiva e sonora che potesse alterare i dati; a tal fine è stato limitato all’essenziale anche il contatto con il paziente.
Riguardo ai brani proposti, si è formulato un elenco di brani musicali con parametri molto vari, suoni con diversi timbri, e vibrazioni con effetti supportati da diversi studi (2).
Si è data molta importanza anche alle caratteristiche energetiche e alla capacità evocativa di ogni proposta.
Nei primi incontri sono stati proposti stimoli con diverse caratteristiche, mentre nelle settimane successive si è dato maggior spazio a quelle che hanno dimostrato maggiore efficacia.
Le sequenze sono state proposte sia attraverso l’uso di cuffie, posizionate in diversi punti del corpo, sia attraverso uno strumento meccanico che, posto sulla colonna vertebrale, trasmette al corpo le vibrazioni dello stimolo sonoro (3). Si è provato anche ad accompagnare la musica con piccoli movimenti degli arti del paziente.
La durata delle sedute variava da 15 a 30 minuti a seconda dello stimolo proposto.
I PRIMI RISULTATI
Alla scadenza di metà percorso si è potuta osservare una buona risposta di quasi tutti i pazienti, lasciando prevedere un risultato complessivo a favore dello stimolo sonoro.
Ecco i dati dei 6 pazienti nelle prime 15 sedute.
Come si è già detto sopra, è stato assegnato un punto ad ogni parametro in cui si è vista una qualsiasi modifica per almeno due minuti, prescindendo dall’intensità della variazione. Nelle prime 15 sedute le percentuali di risposta dei 6 pazienti coinvolti, come possiamo vedere in tabella, variano dal 3% al 44%.
Se questi numeri dimostrano in modo chiaro l’effetto dello stimolo sonoro, c’è da sottolineare che ogni partecipante ha presentato variazioni molto diverse, con risultati che vanno dallo 0% all’87,5%.
Dalla ricerca emergono due dati interessanti: il primo è la tendenza di ogni soggetto a rispondere (spesso ma non sempre) in modo simile ad ogni proposta sonora; questo ci fa supporre che esistano soggetti più recettivi di altri allo stimolo sonoro (ci sono stati pazienti che hanno riportato grandi variazioni in quasi tutti i brani, mentre altri hanno riportato scarsi risultati ad ogni seduta). Il secondo dato ci riporta una modifica crescente dei parametri con il susseguirsi delle sedute; questo ci porta a credere che una terapia costante e duratura possa portare ad effetti sempre maggiori.
Questi dati ci aiutano a capire che è possibile proporre a tutti un percorso sonoro che abbia una buona percentuale di effetti benefici; tuttavia un’osservazione approfondita sul singolo soggetto può migliorare sensibilmente i risultati.
La linea orizzontale della tabella ci indica una tendenza alla crescita, con un valore medio del 28%; questo dato ci aiuta a valutare positivamente i criteri di scelta degli stimoli proposti.
IL SECONDO PERCORSO
Dopo una valutazione dei primi risultati, l’equipe ha preferito modificare il percorso al fine di ricercare una maggiore conferma dei dati. È stato scelto un nuovo campione di 8 pazienti a cui sono state proposte 4 sole sedute di 30 minuti ciascuna, con alcune sequenze già proposte al primo gruppo e altre nuove.
Per una proposta sonora più mirata, si è chiesta la collaborazione di un compositore esperto in musica vibrazionale che, sulla base dei risultati ottenuti in precedenza, ha prodotto un brano originale adatto allo scopo.
I dati di questo secondo percorso superano quelli del precedente, arrivando a toccare vette del 50%; i risultati più incisivi sono stati riscontrati proprio in relazione al brano composto appositamente per questo percorso.
Anche in questo secondo percorso i diversi pazienti hanno reagito in modi molto diversi fra loro, mentre ognuno ha mantenuto una risposta più o meno omogenea nelle diverse sedute.
La linea di tendenza è sempre crescente e questo ci aiuta a dire che la cadenza settimanale aiuta la persona ad abituarsi allo stimolo e a trarne maggiori benefici.
I RISULTATI DEFINITIVI
Sommando i dati dei due percorsi, la linea di tendenza resta sempre in crescita; questo dimostra che la scelta degli stimoli proposti riesce a raggiungere persone anche molto diverse tra loro.
Dopo 6 mesi e un totale di 122 sedute su 14 pazienti possiamo dire che i diversi stimoli sonori hanno prodotto una modifica dei parametri osservati che oscilla dal 3% al 50%.
La percentuale media sale al 30%, grazie soprattutto al nuovo brano utilizzato.
All’interno del dato complessivo, ogni paziente risponde alle varie proposte in modo del tutto personale, con valori che vanno dallo 0% all’87,5% per il singolo stimolo.
L’intero percorso di ogni paziente dimostra invece una risposta in tutti i pazienti trattati, con valori che vanno dal 9%, nel caso del paziente “N”, al 53%, nel caso del paziente “L”.
Possiamo quindi affermare che il parametro sonoro-vibrazionale ha la capacità di incidere su alcuni parametri del sistema neuro-vegetativo; da qui è facile ipotizzare un effetto sull’intera persona. Questi risultati si aggiungono ai numerosi esperimenti che, da tutto il mondo, dimostrano il potere del suono di entrare in relazione con l’uomo e darne beneficio; inoltre ci aiutano a definire i criteri di scelta del parametro sonoro e le modalità di intervento per un percorso terapeutico.
Supervisore del progetto: Dott.ssa Lorella Conte
Ideatore ed esecutore del progetto: Musicoterapista Sergio De Laurentiis
Area psicologica: Dott.ssa M. Antonietta Ricchiuti
Area fisioterapica: Ft. Annette Pioli
Area educativa: Dott. Cristiano Brambilla
Area musicale: Compositore Davide Giannotti
Un ringraziamento speciale al responsabile delle risorse umane, Sig.ra Luisa Garlini, e a tutto l’Istituto Ovidio Cerruti per aver sostenuto il progetto.
(1) ad esempio i testi del neurologo Oliver Sacks
(2) ad esempio la composizione k448 di Mozart, alla base del famoso “effetto Mozart”
(3) dagli studi di Cimatica
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